IL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA (RECOVERY PLAN)

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è un programma di investimenti che ha l'obiettivo di rilanciare l'economia nazionale e riparare ai danni che l'emergenza sanitaria ha provocato e superare, quindi, le criticità derivanti dalla diffusione della pandemia.

I principali beneficiari del Piano sono:

  • le donne
  • i giovani
  • il Meridione

Il Piano si propone di sanare:

  • le debolezze strutturali dell'economia
  • i divari territoriali
  • il basso tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro

Tutto questo volto a conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale.

PNRR: LE SEI MISSIONI E IL PIANO DI RIFORME

Il Piano si articola in sei missioni:

  • Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura
  • Rivoluzione verde e transizione ecologica
  • Infrastrutture per una mobilità sostenibile
  • Istruzione e ricerca
  • Inclusione e coesione
  • Salute

Il PNRR prevede anche un ambizioso piano di riforme:

  • Riforma della pubblica amministrazione
  • Riforma della giustizia
  • Interventi di semplificazione normativa
  • Riforma per promuovere la concorrenza

PNRR E LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA

La riforma della giustizia interviene principalmente su:

  • eccessiva durata dei processi
  • riduzione del peso degli arretrati giudiziari

Lo scopo è quello di riportare il processo italiano a un modello di efficienza e competitività riducendo la durata dei processi e il tempo del giudizio, fattori che incidono negativamente sulla percezione della qualità della giustizia offuscandone il valore.

Le parole chiave di questa riforma sono quindi semplificare e digitalizzare.

La riforma della giustizia si snoda in alcuni ambiti di intervento:

  • Interventi sull'organizzazione: ufficio del processo
  • Riforma del processo civile e Alternative Dispute Resolution (ADR)
  • Riforma della giustizia tributaria
  • Riforma del processo penale
  • Riforma dell'ordinamento giudiziario

RIFORMA DEL PROCESSO CIVILE

A sua volta la riforma del processo civile si articola lungo tre dorsali:

1.  Accentuare il ricorso agli strumenti alternativi per la risoluzione delle controversie, c.d. ADR (Alternative Dispute Resolution)

2.  Migliorare il processo civile

3.  Intervenire sul processo esecutivo e sui procedimenti speciali

La riforma del processo civile è sicuramente una delle più rilevanti per quanto riguarda il mercato NPE. Per questo motivo di seguito verranno analizzate dettagliatamente tutte le dorsali di tale riforma.

1) RICORSO AGLI STRUMENTI ALTERNATIVI PER LA RISOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE

L’utilizzo di strumenti alternativi per la risoluzione delle controversie rappresenta uno degli elementi essenziali per garantire una maggiore efficienza dalla giustizia in quanto riduce i tempi di smaltimento delle cause prima ancora che esse arrivino nei tribunali, definendole in anticipo.

Tali strumenti sono:

  • arbitrato
  • mediazione
  • negoziazione assistita

Gli obiettivi principali in quest’ambito sono:

  • rafforzare le garanzie di imparzialità nell’arbitrato
  • estendere l’ambito di applicazione della negoziazione assistita
  • garantire una «migliore e più estesa applicabilità» dell’istituto della mediazione

2) MIGLIORARE IL PROCESSO CIVILE

Per quanto riguarda il processo civile, si ritiene necessaria una riforma che riesca a contrastare le più evidenti disfunzioni registrate nella prassi applicativa.

La riforma esclude una modifica radicale del processo civile, seguendo invece una modifica selettiva per ovviare alle aree più disfunzionali, estendere modelli già sperimentati e semplificare i diversi gradi del processo.

Una particolare attenzione è riservata alla digitalizzazione del processo: tra gli interventi innovativi emanati durante il periodo pandemico sono consolidati i modelli delle udienze da remoto.

Gli obiettivi principali perseguiti in tal senso sono:

  • eliminazione delle udienze potenzialmente superflue
  • concentrazione delle attività tipiche nella fase preparatoria e introduttiva
  • ridefinire la fase decisoria, con riferimento a tutti i gradi di giudizio

Gli interventi previsti sono:

  • stabilizzazione delle udienze da remoto e udienze con trattazione scritta
  • valorizzazione del calendario del processo
  • escussione di testimoni fuori circoscrizione del giudice con collegamenti da remoto
  • rendere effettivo il principio di sinteticità degli atti
  • premi e sanzioni a supporto del principio di legale collaborazione tra giudice e parti

Procedimento di Appello: viene previsto il filtro all'ammissibilità dell'appello, per un'efficace selezione delle impugnazioni infondate e la possibilità di delegare ad un consigliere sia la gestione delle udienze che l'eventuale assunzione delle prove.

Giudizio di Cassazione:

  • valorizzati i principi di sinteticità e autosufficienza che devono contraddistinguere il contenuto degli atti
  • uniformate le modalità di svolgimento del procedimento
  • semplificato il processo decisionale mediante decisioni in camera di consiglio

Un importante novità è rappresentata dal Rinvio Pregiudiziale che prevede il potere del giudice di merito di rivolgersi direttamente alla Corte di Cassazione per la risoluzione di questioni di puro diritto, nuove e mai affrontate, di particolare importanza e che presentino gravi difficoltà interpretative.

3) PROCESSO ESECUTIVO

Particolare attenzione viene data al settore dell'esecuzione forzata dove la realizzazione coattiva del credito è di centrale importanza ai fini della competitività del paese.

Il principale obiettivo della riforma è quindi quello di introdurre una serie di interventi per la semplificazione delle forme e dei tempi del processo esecutivo, al fine di rendere più rapida la realizzazione coattiva del credito.

Nel Piano si rafforza la tutela del creditore o dell'avente diritto munito di un titolo esecutivo attraverso:

  • l'alleggerimento delle forme
  • l'eliminazione dei termini superflui
  • la semplificazione dei modelli processuali

Gli interventi in materia mirano a rendere più celere i procedimenti esecutivi e semplificare la normativa che regola le esecuzioni immobiliari, agendo sotto i seguenti profili:

  • abrogazione delle disposizioni del codice di procedura civile e di altre leggi che si riferiscono alla formula esecutiva e alla spedizione in forma esecutiva, per rendere più semplice l' avvio dell'esecuzione mediante una semplice copia attestata conforme all'originale
  • generale riduzione, nell'esecuzione immobiliare, dei termini per il deposito della certificazione ipocatastale
  • in materia di custodia, possibilità, per il giudice dell'esecuzione, di provvedere alla sostituzione del debitore nella custodia nominando il custode giudiziario entro 15 giorni dal deposito della documentazione ipocatastale
  • interventi in materia di liberazione dell'immobile, che la rendano ove lo stesso non sia abitato dall'esecutato e dal suo nucleo familiare ovvero sia occupato da soggetto privo di titolo opponibile alla procedura al più tardi nel momento in cui pronuncia l'ordinanza con cui è autorizzata la vendita o sono delegate le relative operazioni
  • potenziamento dello strumento della delega estendendolo alla fase distributiva (fino ad ora riservate al giudice dell'esecuzione), attraverso un rigido meccanismo di controllo sul delegato e precise scadenze temporali, al fine di velocizzare la fase liquidatoria
  • introduzione del meccanismo della cosiddetta vente privée (vendita diretta del bene pignorato da parte del debitore) per favorire una liquidazione “virtuosa” e rapida attraverso la collaborazione del debitore
  • semplificazioni procedurali nell'espropriazione presso terzi
  • in tema di misure coercizione indiretta (c.d. astreinte), attribuzione anche al giudice dell'esecuzione del potere di imporre l'astreinte, misura particolarmente utile ove vengano in rilievo titoli esecutivi diversi da un provvedimento di condanna o nel caso in cui la misura di coercizione indiretta non sia stata richiesta al giudice della cognizione

Per queste riforme  si stima che le leggi delega possano essere adottate entro il 2021 e che i decreti attuativi possano essere adottati entro il 2022.

L'impatto sulla durata dei procedimenti è previsto alla fine del 2024.